Bersani Uomo coraggioso

“Gianni è sempre stato uno spericolato – dice la sorella Antonietta – Non è che azzardasse. Piuttosto, quando credeva in una cosa, non c’erano ostacoli. Impegnava tutto se stesso per trovare la soluzione”.

Un uomo di coraggio che non si arrestava di fronte a nessun ostacolo, una volta convinto della bontà dell’obiettivo da raggiungere. Un uomo che non si lasciava intimidire. Già negli anni del liceo Minghetti all’occhiello della giacca portava ostentatamente il distintivo dell’Azione Cattolica quando i giovani fascisti dei GUF (eravamo agli inizi degli anni ’30) facevano opera di intimidazione su chi si manifestava cattolico, ricorrendo con insistenza a minacce e violenze per farlo dissuadere, senza riuscirci. Poi i numerosi atti di coraggio sui vari fronti di guerra e nelle formazioni partigiane, sempre proteso a salvare vite in condizioni di grande difficoltà, liberare prigionieri avviati ai campi di concentramento tedeschi, partecipare ad azioni rischiose per salvare compagni d’arme; infine le battaglie nel mondo delle campagne bolognesi. Molteplici furono poi le iniziative intrepide assunte nell’ambito dei suoi contatti internazionali, sempre volte a proteggere, dare aiuto e anche ospitalità a personaggi perseguitati dai vari regimi dittatoriali o semplicemente a intercedere personalmente per la salvaguardia dei loro diritti, spesso esponendosi personalmente a rischi elevati di ritorsione, anche in ambiti ormai terreno di scontri feroci. Vari gesti di coraggio sono riportati dettagliatamente nei cap. 1, 3, 4, 6 di questa biografia.

Bersani entrò anche nel mirino dei terroristi italiani che nel 1981 cercarono di incendiare lo stabile in cui abitava. Tre manifesti rivendicarono sui muri di Bologna l’episodio. Bersani, che non portava armi, continuò a girare a piedi e in autobus come prima. Nella lunga serie dei suoi gesti perentori espressivi del suo carattere intrepido e deciso, vorremmo citarne uno abbastanza singolare. Agli inizi del secolo scorso presso molte parrocchie si erano costituite le Casse Rurali per favorire gli agricoltori nella modernizzazione del modo agricolo. Venuto a sapere che emissari delle grandi Banche Nazionali circuivano i parroci, in grandi ristrettezze economiche nei primi anni del dopoguerra, facendoli oggetto di pressanti richieste di acquisto, Bersani si precipitò da uno di loro: “E’ vero che vuoi vendere la Cassa Rurale?”. A fronte del palese imbarazzo del parroco, lo incalzava: “Hai forse già preso qualche impegno?”. Il parroco andò a prendere il compromesso appena firmato, mostrandoglielo. “A questo ci penso io” esclamò Bersani, strappando il compromesso in mille pezzi. “Non devi assolutamente vendere, le Casse Rurali sono uno strumento indispensabile per migliorare le condizioni dei nostri agricoltori: acquistare nuove sementi, trattori per l’aratura, concimi per la terra. Se hai necessità di qualcosa per i tuoi parrocchiani rivolgiti a me”.

 

Didascalia foto: 31 dicembre 1975 Matwembe (Tanzania):Bersani festeggia il fine anno cenando con volontari e collaboratori locali del primo grande progetto del CEFA in Tanzania (produzione industriale di pulcini e connesso mangimificio) tuttora in attività.