BERSANI: l’Uomo di fede

Un uomo portato da una sensibilità innata, e confermata poi con la formazione culturale e religiosa, a battersi per il Bene. Una vocazione profonda che lo portò a dedicare la vita agli altri in modo totale ed esclusivo. Una sorta di missionario laico per il riscatto degli ultimi. Trasmetteva per questo positività e gioia,voglia di incontro e di relazione con tutte le persone di ogni livello sociale, fino a creare una grande rete di autentiche amicizie con la quale ogni obiettivo diventava raggiungibile.

“Nella mia vita non sarebbe accaduto nulla senza la fede”, così ebbe a esprimersi Bersani in una intervista. Una fede rispettosa della coscienza altrui e perciò mai disposta a prevaricare, in forza della appartenenza religiosa, sui legittimi diritti di terzi. E’ significativo a questo proposito il rifiuto ad accondiscendere alla ingiusta pretesa di un vescovo africano che, per ragioni di proselitismo religioso, reclamava un diritto esclusivo sulla gestione di un grande acquedotto costruito dal CEFA col concorso di tanta gratuita mano d’opera dei villaggi attraversati, cui era stata garantita la partecipazione democratica alla gestione del prezioso prodotto in proporzione alle ore lavorative prestate.

Una fede che riusciva a coinvolgere con entusiasmo anche i non credenti, perché rivolta al riscatto degli ultimi, con la determinazione e la forza interiore di chi riconosceva nel volto di ciascuno un fratello in Cristo. Una fede che Bersani non esibiva ma nemmeno nascondeva, specie quando la sua manifestazione costituiva la difesa di un diritto, come capitò al liceo Minghetti ancora in giovane età. Del resto, la sua era una fede di profonde radici, una fede militante, così come era uscita dalla formazione religiosa della sua famiglia, da sempre attiva nelle organizzazioni cattoliche. Una fede che risentiva del popolarismo di don Sturzo, che proprio a Bologna nel 1920 aveva celebrato il Congresso Nazionale, per non parlare della tradizione del Cattolicesimo Sociale, molto radicato nella società bolognese. Fu questa formazione famigliare che lo spinse come scelta naturale a militare fin da ragazzo nei movimenti cattolici al punto che alla fine della scuola media era già responsabile provinciale degli studenti medi. Ho trovato la mia strada a 18 anni leggendo Von Ketteler“, ebbe a dire Bersani. Von Ketteler era un Vescovo cattolico tedesco della seconda metà dell’ottocento, teologo e politico, che lottò contro la povertà del ceto proletario e insistette sulla necessità per la Chiesa di intervenire nella questione sociale. Quello fu solo l’inizio: le sue qualità e la sua intraprendenza lo portarono ad emergere a livello diocesano e nazionale, dove assunse via via crescenti responsabilità sia nella FUCI che nell’Azione Cattolica.

Nella storia del movimento politico-sociale cattolico non mancano i casi di persone che, restando pienamente laici, hanno offerto tutta la propria vita ed i propri beni, con impegno continuo e a tempo pieno per il riscatto degli ultimi. Bersani fu uno di questi. In merito ebbe a confidare: Tante cose mi sono capitate mio malgrado. E’ stata la vita ad indicarmi di volta in volta la strada da seguire. Prima la guerra al fronte greco, poi quella “terribile” (come lui la definì) nelle campagne bolognesi, lo misero di fronte a realtà drammatiche che consolidarono in lui la vocazione a spendersi totalmente per gli altri. Il cattolicesimo di Bersani era davvero maturo. Fatto di grandi ideali ma al tempo stesso di una forza intrinseca e cogente che ne esigeva una puntuale applicazione nella realtà. Con una continua tensione perciò all’azione, a costruire opere tangibili e durature, che per essere efficaci dovevano essere sempre accompagnate da una rete di relazioni personali e dirette (lui avrebbe detto “amicizie”) con i destinatari delle opere e di continua vigilanza sul loro corretto progredire: insomma grandi ideali ma altrettanto grande impegno operativo sul piano tecnico, organizzativo ed umano. Bersani è stato definito per questo aspetto un vero e proprio “fabbricatore di tessuto sociale”: partendo dalla lettura della dottrina sociale della Chiesa e dai documenti del magistero, ogni volta il problema che poneva ai suoi amici era sempre lo stesso: ed ora cosa facciamo per dare concretezza a questo messaggio? Progettare, fare, costruire: senza sosta, con urgenza. Una fede praticata nelle opere sempre accanto alla fede creduta. E alla fine anche la cooperazione, il suo grande sogno, cos’altro è se non un grande progetto di fratellanza universale?