È per me un onore essere chiamato a guidare la Fondazione Giovanni Bersani, a seguito delle dimissioni del suo presidente ing. Gianpietro Monfardini per motivi di salute. Lo ringrazio, anche a nome dell’intero consiglio, per l’impegno profuso con passione in questo servizio e per la piena adesione alle alte idealità di solidarietà internazionale per un autentico sviluppo della persona nei paesi tra i più poveri del mondo.
Nell’accingermi ad assumere questo impegno, ricordo il fondatore Giovanni Bersani nelle circostanze in cui per Sua ispirazione e volontà istituimmo la Fondazione: lo scopo era di dare a tanti la possibilità di rendere continuativo nel tempo e nelle opere il proprio aiuto ai paesi più poveri nella cooperazione ad uno sviluppo sostenibile. Tale missione faceva particolare riferimento al CEFA e ai suoi progetti in Africa e in America Latina per un autosviluppo nella cooperazione internazionale. Alla base di tutto c’era la chiarezza di un’idea, e cioè che la dignità di ogni uomo va difesa e fatta crescere, che “lo sviluppo è una questione di uomini” e che soltanto una cooperazione intelligente che va alle cause del problema può risolvere alla radice la povertà e aprire la strada per la costruzione, insieme, di un mondo migliore per tutti.
La Fondazione ha proprio il compito di garantire nel tempo lo svolgimento di questa missione, con fondi che ogni anno si rigenerano grazie all’apporto di chi ne condivide le finalità.