Relazione del Magnifico Rettore Francesco Ubertini

Buonasera,

purtroppo non ho mai conosciuto direttamente il senatore Giovanni Bersani e posso solo molto essenzialmente indicare quanto di riflesso mi è arrivato in questi anni dalla sua incredibile personalità di uomo politico e di uomo impegnato su diversi fronti per la cosa pubblica.

Il nostro ateneo, come poi diranno i miei predecessori, ha avuto l’onore di consegnare a Bersani due importanti onorificenze, la laurea ad honorem nel 2000 e il Sigillum Magnum nel 2014. Si tratta di due riconoscimenti che hanno legato l’attività di Bersani a quella della comunità universitaria, facendo di lui una parte essenziale della vita di questa città.

Voglio ricordare che il discorso di Bersani in occasione della laurea ad honorem in Agraria fu un discorso molto sobrio dove il problema delle risorse alimentari e dell’agricoltura nei paesi in via di sviluppo veniva analizzato con dati essenziali, ma ponendo domande secche ed esplicite sugli errori fatti e sulle possibili soluzioni future. Bersani non aveva nessun timore di far riferimento alla propria esperienza personale quando era necessario spiegare eventuali falle nel sistema. E spiegava il suo incontro di tre anni prima con il nuovo presidente della Banca Mondiale, venuto a Roma per incontrare le ONG in vista della cooperazione allo sviluppo. “La ringrazio per essere venuto – dice Bersani – e aggiunge: “il suo discorso è del tutto inutile. Lo statuto della Banca Mondiale prevede di dare aiuti solo ai governi e noi siamo non governativi”.

Immagino l’imbarazzo. Ma l’esempio dice bene di come fosse determinato, diretto, schietto quest’uomo che ha navigato nella politica italiana per decenni e che sempre nel suo discorso di riconosce all’interno di una corrente di “umanesimo cristiano”.

Quando ci troviamo di fronte a personalità come questa inevitabilmente cadiamo nella tentazione di misurarle sul nostro presente. Uomini come Bersani non si trovano molto di frequente nella storia di questo Paese. Li circonda qualcosa che unisce la rettitudine, il forte senso civico, la incredibile energia nel fare, la determinazione del pensiero. E nel rimpiangerli possiamo solo essere fieri dell’importanza che la città di Bologna ha avuto nell’esprimere personalità che hanno agito sulla vita della nazione ed in ambito internazionale.